10 ottobre 2007

Ansie da viaggio

...chi non ha mai sofferto di ansia da partenza??
Beh, io in quanto detentrice di tutte le ansie del mondo, ovviamente soffro anche di ansia da partenza, che non è un'ansia tutta sola, sta in buona compagnia di un'altra lunga serie di ansie.
Con ordine, prima arriva l'ansia da valigia "devo aver dimenticato qualcosa, ma cosa?", allora inizia il tour intorno alla casa (che, voglio dire, pensando a casa mia, fa anche abbastanza ridere), apertura di tutti gli armadi, armadietti, analisi minuziosa di tutte le mensole alla ricerca dell'ispirazione, di ciò che è fondamentale inserire in valigia, risultato: valigia da 18 kg per 3 giorni di vacanza. Ora, perché non si sa mai, e se dovessi dimenticare una cosa che mi potrebbe servire? Come faccio? E se dovesse fare freddo e non avessi il maglione? E se fa caldo e non ho la maglia a mezze maniche? E le scarpe? E se devo camminare? Se devo uscire? Meglio portarne più di un paio, non si sa mai.
E poi c'è il beauty, sebbene io non rientri nella classica categoria “figa di legno”, adoro tutto ciò che abbia un bel colore ed una gradevole profumazione; più che alla categoria “figa di legno”, forse appartengo alla categoria “infantilandia”. Quindi anche per il beauty, tutto risulta indispensabile e la sua preparazione è delicatissima; innanzi tutto c'è l'operazione “scelta dei prodotti”, seguita dall'operazione “lego”, ovvero l'incastro in preciso ordine di tutti i contenitori, boccette e barattoli. Completata la valigia, però l'ansia non passa, rimane sempre abbastanza costante e mi accompagnerà con alti e bassi per tutta la vacanza, alla fine della quale mi accorgerò di aver usato solo metà degli oggetti, dei prodotti e dei vestiti a mia disposizione.
La seconda ansia è l'ansia da "ma il biglietto sarà corretto?", e allora inizia lo screening, data, ora, mese, anno.. ok, tutto corretto, ricontrollo per sicurezza , ok tutto ok e ora il biglietto dove lo metto per non dimenticarlo? Direi di fianco alla valigia, no meglio in borsa, no meglio in valigia, no meglio in borsa, no meglio in valigia...risultato “dove caspiterina l'ho messo?, credevo fosse in borsa”.
E poi c'è il giorno della partenza ed ecco presentarsi il fantastico cocktail d'ansie; primo ingrediente “ansia da ritardo” o “ansia da perdita di aereo o treno”, se viaggi con qualcuno che non viene colpito da questa ansia, potresti tranquillamente rischiare un infarto o l'omicidio, a seconda dei casi. Il secondo ingrediente, varia a seconda del mezzo che scelgo di utilizzare: per il treno si chiama ansia da “ma sarà quello giusto?" e allora le orecchie si tendono per sentire se altri stanno nominando la località di destinazione, si tendono in attesa della voce amica della stazione che dice treno, binario e orario; se la combinazione è giusta allora forse l’ansia incomincia scemare. Forse, però. Nel caso, invece, che il mezzo di locomozione sia l’aereo allora l’ansia diventa un po’ più complessa, diventa ansia da “ma mi faranno imbarcare?”. D’altronde non è colpa mia se i controlli sono sempre più complessi, non è colpa mia se adesso all’imbarco, tutto è rigorosamente misurato: e la crema mani no, il gel no (ma chi si porta il gel in borsa mah!), le medicine no, i biglietti del tram no, l’agenda con cose scritte a mano no, le chiavi di casa no, i bancomat si, ma o un bancomat o una carta di credito, tanto non si capisce come mai, chi vuole passare con qualche arma contundente passa lo stesso.
Terzo ingrediente: “ansia da perdita di valigie”. Io devo capire per quale assurdo motivo, quando viaggio in aereo e imbarco le valigie, sono sempre l’ultima a cui le riconsegnano. Solitamente c’è l’effetto formica che fa catapultare tutti i passeggeri, più o meno in fila, e difficilmente in ordine, dall’aereo al nastro-trasportatore; c’è chi cerca il posto migliore, ma davvero neanche al cinema ho visto gente così precisa nella scelta del posto. Incomincia “l’estrazione dei bagagli”: bagaglio rosso con cuciture gialle sulla ruota di Roma, borsone super griffato sulla ruota di Napoli, trolley blu sulla ruota di Milano… e della mia valigia nulla. Incominciano a riproporsi gli stessi bagagli, borsone supergriffato, trolley blu, della mia non c’è ombra fino, almeno, al sedicesimo giro del borsone griffato e del bagaglio rosso con le cuciture gialle, quando “l’ansia da perdita della valigia” più che ansia, sta per diventare una certezza. Ed eccomi pronta, come un centometrista in attesa dello sparo, perché la raccolta del bagaglio è questione di attimi, perso quello o ti metti a rincorrerlo, o fingi indifferenza e aspetti la prossima estrazione (sperando che la valigia ci sia ancora!). “Altro giro, altro regalo”.
Quarto e ultimo ingrediente l’ansia da “ma si saranno ricordati di venirmi a prendere?”, però solitamente questa viene scongiurata da “messaggio al check in”; “messaggio all’imbarco”; “messaggio dalla scaletta” per quanto riguarda l’aereo e “messaggio all’uscita dalla stazione” e “messaggio per ogni fermata” per quanto riguarda il treno, non si sa mai, è sempre meglio avvisare no? Lo faccio per gli altri io.
Tenuto conto che adoro viaggiare e soprattutto adoro viaggiare in compagnia, cerco di moderare i miei scompensi, ovviamente per quello che posso e soprattutto per quelli che riesco a governare; alcuni ammetto che è impossibile, non ce la faccio, no davvero non ce la faccio, alcune ansie però ho imparato con il tempo a tenerle a bada e a volte diventano quasi inesistenti.
Ma oggi, ad un giorno dalla partenza per Palermo, la prima ansia è partita, ansia da valigia…superata?
Certo che no, sono sempre convinta di aver dimenticato qualcosa.
E domani arriveranno tutte le altre fantastiche ansie, ma chi se ne frega, si parte, questa è la cosa importante, beh certo se arrivo in orario al check in meglio no?????

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